Questa settimana si è concluso anche il mese di maggio. È possibile
affermare che questo ultimo mese ha confermato comunque lo spunto
rialzista dei mercati azionari anche se ho visto una più marcata
lateralizzazione.
Il grafico indice
italiano rende evidente tale situazione:
Va poi ricordato che
questo andamento laterale è ancora più accentuato da un fatto
puramente tecnico e cioè che il mese di luglio è stato anche il
mese dello stacco dei dividendi di molte azioni italiane che quindi
ha depresso ulteriormente il valore nominale dell’indice (se lo
rettificassimo con gli indici staccati saremmo ad un livello più
alto).
In questo contesto
in cui molti si aspettano comunque un ritracciamento da dei livelli
estremamente elevati (anche io sono uno tra questi), ho trovato un
certificato estremamente interessante che coniuga un ottimo grado di
protezione con un rendimento veramente ragguardevole.
Prima di entrare nel merito del certificato ricordo anche che chi volesse contribuire tramite una donazione a far rimanere indipendente la nostra communty, può farlo tramite una donazione a questo link.
La settimana appena trascorsa ha fatto registrare ancora nuovi
massimi storici sugli indici americani. In realtà la giornata di
giovedì aveva fatto pensare all’inizio di un ritracciamento
fisiologico dovuto sia all’incessante crescita degli ultimi mesi sia
ad un puro fattore di stagionalità. L’ultima seduta della settimana
invece a sostanzialmente rimangiato quasi tutto il ribasso della
giornata precedente come è bene illustrato nel grafico del Nasdaq
sotto riportato:
Sicuramente i dati
di NVIDA l’hanno fatta da padrona. Per quanto io possa essere
sempre prudente, bisogna ammettere che sono numeri mostruosi di
crescita neanche raggiungibili da una start-up, invece stiamo
parlando della terza società per capitalizzazione! Per sintetizzare,
il colosso dei chip ha annunciato di aver concluso il suo primo
trimestre fiscale con un utile netto di 14,81 miliardi di dollari,
ovvero 5,98 dollari per azione: una cifra straordinaria, considerando
che nello stesso periodo del 2023 l’utile era stato di 2,04
miliardi di dollari, pari a 82 centesimi per azione.
L’utile per azione
(diluito) GAAP è così aumentato del 629% su base annua, registrando
anche un incremento del 21% rispetto al trimestre precedente.
Notevole anche la
crescita dell’utile per azione adjusted non diluito, che è salito
del 461% su base annua raggiungendo i 6,12 dollari, superando
ampiamente i 5,59 dollari previsti dagli analisti interpellati da
LSEG.
Anche i ricavi hanno
registrato cifre da capogiro, con un incremento del 262% su base
annua a 26 miliardi di dollari, superando le stime del consensus che
prevedevano 24,65 miliardi di dollari e aumentando del 18% rispetto
al trimestre precedente.
In un contesto in
cui sempre meno società fanno gran parte della capitalizzazione
degli indici e quindi diversificare diventa abbastanza più
complicato se si vuole aderire al benchmark degli indici azionari
(perché implicitamente si deve rinunciare sempre di più alla
diversificazione), il Money Management diventa sempre più importante
e quello che vi voglio far vedere questa settimana è proprio un
esempio di un aspetto fondamentale: reinvestire il capitale e
diminuire il rischio.
Prima di iniziare vi ricordo che per coloro che apprezzano questo blog e trovano interessanti e profittevoli gli articoli presentati, possono se vogliono effetturare una donazione a questo link.
Oltre che esprimere
un apprezzamento concreto, ciò permetterà di mantenere gli stessi
standard d’indipendenza e qualità tenuti finora.
Ora torniamo a noi,
per presentare il prossimo certificato è necessario prima
riprenderne un paio vecchi di prossima scadenza. Il primo è stato
presentato anche in questo blog nel 2021 con il titolo:
Non mi dilungo ulteriormente sul primo certificato visto che potete leggere quanto scritto circa tre anni fa cliccando sul link (visto che l’analisi di scenario è stata poi rispettata negli anni seguenti).
Il secondo invece
merita un’analisi leggermente più approfondita: È stato un
certificato che nel tempo è arrivato anche a perdere il 30% e
malgrado il titolo peggiore, ossia Expedia, ad oggi abbia perso il
35%, il certificato si può vendere a 100€, in altre parole sulla
parità.
Investire sul
certificati significa essenzialmente questo, sfruttare le asimmetrie
di questo tipo di derivato: A fronte di una perdita del 35% il
certificato che ha reso il 13% annuo per tre anni! Ora la situazione
è un po’ più critica: manca una sola cedola alla scadenza e la
barriera è comunque vicina seppure il tempo rimanente sia poco (per
questo il significato quota 100 euro).
La cosa più saggia
secondo me da fare, ed è quello che farò, e vedere il secondo
certificato (rinunciando quindi all’ultima cedola) e portare a
scadenza il primo reinvestendo tutto il capitale più la somma
delle cedole incassate da entrambi sul seguente certificato:
Ciao a tutti questa settimana il post sarà leggermente più breve e
sintetico del solito sia per ragioni di tempo a disposizione del
sottoscritto sia perché i mercati hanno fatto registrare nuovi
massimi storici e secondo me in queste situazioni è meglio restare
estremamente cauti.
Il grafico sotto
riportato dello S&P 500 penso che parli più chiaro di mille
frasi scritte:
In queste situazioni
io personalmente esco gradualmente dalle posizioni in essere o lascio
scrivere alcuni certificati visto che molti vanno in autcall. Parte
della liquidità così ottenuta (ribadisco solo una parte) la
reinvesto su posizioni che reputo meno rischiose di quelle chiuse.
In particolare ho
liquidato la mia posizione sulle azioni Rheinmetall, con un’ottima
plusvalenza, a favore del seguente certificato:
Prima di iniziare permettetemi di ringraziare in ordine strettamente cronologico: Andrea, Marco e Vitaliano che hanno effettuato una donazione la settimana scorsa. Grazie ancora, non solo per la donazione in sé, ma anche per il gesto di stima nei confronti di questo blog. È grazie a queste donazioni che il nostro progetto può proseguire con serenità. Quindi, per chi volesse contribuire a sua volta, ricordo che potete farlo a questo link.
La settimana appena
trascorsa è stata intramezzata dalla festività del primo di maggio
ma è stata comunque una settimana interlocutoria, con i mercati,
soprattutto in Europa, che hanno cercato maggiormente i supporti più
che andare a cercare le parti alte del range. Qualcosa di analogo è
accaduto negli Stati Uniti fino a giovedì, mentre sorprendente è
stata la seduta di ieri dove i principali indici azionari americani
hanno tutti aperto in gap up realizzando una seduta piuttosto
positiva. Qual è la spiegazione di questo movimento? Io (ma non
m’invento nulla) la faccio risalire ai dati macroeconomici USA, in
particolare gli occupati non agricoli erano attesi a 238k mentre sono
stati 175k con un dato precedente di 315k . Lo stesso tasso di
disoccupazione è uscito al 3,9% contro un’attesa del 3,8%.
La conseguenza di tutto questo è che il rallentamento della crescita dei posti di lavoro, la crescita della disoccupazione ed i livelli salariali sotto le attese rafforzano l’ipotesi che la FED possa cominciare a tagliare i tassi a settembre ed è per questo che il mercato degli Stati Uniti ha avuto un andamento piuttosto positivo soprattutto nel settore tecnologico.
Insomma, sei i dati
dell’economia reale va male (o non bene come ci si aspettava), gli
indici azionari aumentano: se volete la mia opinione, prima o poi,
non so quando, questa divergenza esploderà.
Per gli stessi
motivi di cui sopra abbiamo assistito ad un’ondata di vendite sui
titoli bancari infatti il peggior indice di ieri è stato proprio
l’Eurostoxx Banks. Se il trend negativo dovesse continuare nel
settore bancario, con un inevitabile aumento della volatilità,
considerando anche che sono titoli mediamente ad alto dividendo,
riusciremo a vedere dei certificati molto interessanti…
Avrete anche notato
come ultimamente non ho scelto mai certificati su questo settore (al
massimo c’era qualche titolo bancario nel paniere ma non come wrost
of) proprio per attendere questo tipo di eventi.
In questa fase di
transizione ho deciso di entrare in un settore, quello petrolifero,
che è un po’ meno coinvolto in queste dinamiche.
Settimana contestata sui mercati azionari in cui possiamo individuare la prima metà come accelerazione della collezione già in atto la settimana scorsa, per poi nelle ultime due sedute ritentare un rimbalzo verso l’alto. Un esempio di questo andamento è sicuramente l’indice Nasdaq Come riportato nei grafico sottostante:
La frase collettiva
potrà dirsi conclusa se andremo a superare i massimi recenti,
altrimenti è destinata a proseguire. Anche in quest’ultimo caso
staremo comunque parlando di un ritracciamento all’interno di una
configurazione rialzista.
Prima di venire alla strategia di questa settimana voglio ricordarvi che chiunque voglia contribuire all’indipendenza e alla continuazione di questo blog, può farlo con una donazione volontaria cliccando qui.
Oggi ci andremo ad
occupare di un settore che negli ultimi anni è stato sempre sulla
cresta dell’onda e che con tutta probabilità rimarrà tale anche nei
prossimi anni, ossia quello dei semi conduttori.
Rieccoci dopo la
pausa Pasquale. Gli indici questa settimana hanno cominciato a
manifestare alcuni segni di debolezza (era anche ora), anche se il
trend rialzista non è ancora stato messo in discussione. L’indice
NASDAQ sta attraversando una fase di lateralità mentre il FTSE MIB
nell’ultima giornata di venerdì ha aperto un Gap down abbastanza
evidente.
Come al solito sarà
necessario monitorare gli andamenti nelle giornate future per capire
se si tratta di una correzione più profonda oppure di un semplice e
breve storno.
In questo stato di
incertezza ho colto l’occasione di acquistare un certificato con tre
titoli sottostanti che a me sono sempre piaciuti e che penso pochi
abbiano nel proprio portafoglio. Per quanto mi riguarda invece due di
tre titoli sottostanti al certificato li ho anche già in portafoglio
(Pepsico e Starbucks) mentre il terzo (Kellogg) è già presente da
tempo nella mia watchlist. La scelta del settore alimentare e delle
bevande non è un caso, infatti ritengo che sia tre settori più
resilienti nel comparto azionario e soprattutto hanno comunque
mostrato dei margini di crescita costanti nel tempo.
Di seguito inizierò
con il presentare un’analisi di tre titoli sottostanti PepsiCo,
Starbucks e Kellogg. esaminiamo i loro punti di forza e di debolezza,
le loro performance recenti e le loro prospettive future. Passerò
poi ad un’analisi più specifica sul certificato stesso.
Altra settimana sfavillante per indici azionari con l’indice italiano
FTSE MIB che è andato a stirare i 34000 punti. Attenzione però
Perché come potete notare dal grafico sottostante sembra che si stia
configurando un pattern di inversione sia perché abbiamo tre candele
consecutive che sono state respinte a quota 34.000 sia perché
l’indice stocastico ha cominciato ad incrociare dall’alto verso il
basso dopo aver segnalato per molto tempo un’area di ipercomprato a
quota 100.
Visto che in questa settimana è scaduto il certificato che avevo presentato in questo post: Atlantia e Nexi per un 8.6% e tanta protezione mi piace cogliere l’occasione per ricostruire brevemente la storia di questa strategia per poi presentarne gli sviluppi.
Tutto era partito da un investimento concluso sotto la Pari, in particolare di questo certificato: Recuperare il 25% ed anche oltre
Avendo però scelto l’airbag come meccanismo di salvaguardia in caso di perdita, la perdita che sono andato a consolidare è stata comunque di gran lunga minore di quella che avrei subito senza questa opzione. Ridurre le perdite significa poi avere ancora a disposizione il capitale necessario per poter recuperarle e magari chiudere l’operazione complessiva in profitto. Naturalmente naturalmente ciò che si paga è il tempo maggiore, ma nessun pasto è gratis. Così ho scelto quest’altro certificato Recuperare il 25% ed anche oltre per poter recuperare in toto le perdite (25 euro a certificato) ed avere comunque un rendimento spalmato nei successivi due anni di 49 euro, con un guadagno complessivo quindi di 24 euro in due anni per certificato, se ci pensate un bel ribaltamento della situazione.
Ho voluto
ricostruire questa strategia per una serie di ragioni.
La prima è
l’importanza della conservazione del capitale, o detta in maniera più
prosaica: ” la prima regola per fare soldi e non perderli”,
infatti se avessi subito una perdita lineare con il titolo Nexi
difficilmente avrei potuto mettere in atto una contromisura che in
due anni non sono recuperarsi le perdite ma mi garantisce un buon
ritorno.
La seconda mi è
venuta in mente navigando un po’ su YouTube su vari tipi di pseudo
esperti che riescono a guadagnare sempre e comunque. Mi verrebbe da
dire che se cercate questi “fuffa guru”, penso che questo blog
possa darvi solo dei dispiaceri, infatti qui si abbina una divisione
macro economica complessiva ad approcci meramente statistici sui
prezzi di titoli o indici. Trattandosi di statistica è naturale che
alcune posizioni non si chiudano come sperato, ma penso che ormai
abbiate capito benissimo che l’importante è che le probabilità
complessive del nostro portafoglio giochino a nostro favore.
Come si prosegue
quindi ora? Una volta portato a casa il nostro guadagno, visti i
livelli estremamente tirati di tutti gli indici azionari, mi sto
orientando verso un prodotto estremamente conservativo che riporto di
seguito:
Non sembra che i mercati abbiano l’intenzione di arrestare la propria
corsa, ci troviamo a registrare nuovi massimi. Come possiamo notare
ad esempio sul FTSE MIB, una volta rotto il canale laterale che
avevamo individuato settimane fa, l’indice ha visto salire i propri
prezzi di circa un altro 10% sfondando i 33000 punti.
Personalmente
continuo ad applicare la mia strategia di graduale liquidazione della
parte azionaria a favore di liquidità, obbligazioni e certificati.
Coerentemente a questa filosofia, ho liquidato metà della mia
posizione su un titolo altamente volatile e quindi sono andato a
cercare un rimpiazzo che avesse un profilo di rischio sicuramente
inferiore ma che al contempo stesso non fosse neanche tra i meno
rischiosi del mio portafoglio. La mia ricerca ha portato all’acquisto
del seguente certificato:
Quella appena trascorsa è stata ancora una volta un settimana estremamente positiva per tutti gli indici azionari. In questo contesto anche l’indice FTSE MIB ha fatto segnare massimi di ultimi anni, se poi consideriamo la sua versione Total Return, ossia quella che comprende anche i viventi steccati anno per anno, ci troviamo Invece sui massimi storici.
Già alcune settimane fa avevamo individuato un canale laterale la cui rottura superiore avrebbe dato il via ad ulteriori rialzi e così è stato. Con queste dinamiche dei prezzi ribadisco ancora una volta la mia strategia di uscire gradualmente dall’azionario per spostarmi sull’obbligazionario o sui certificati. Questa settimana Sarei dovuto uscire dalla posizione su Moncler con un target a 67,60€ ma sfortunatamente il massimo fatto registrare è stato di 67,5€. Tale target rimane per quanto mi riguarda ancora valido anche per la settimana entrante.
In
un contesto di estrema forza sui pezzi, l’unica alternativa è quella
di cercare storie e prodotti particolari che funzionino a prescindere
dagli andamenti della borsa.
Il
certificato che vi presento oggi dovrebbe approfittare delle recenti
tensioni che si stanno verificando nello Stretto di Bab al-Mandab.
Infatti le recenti azioni dei ribelli Houthi nello
Stretto di Bab al-Mandab hanno creato un’insidiosa morsa sul Canale
di Suez, con pesanti ripercussioni sul commercio marittimo globale.
La rotta, che facilita circa un quinto del commercio mondiale, è di
fatto inaccessibile, costringendo le navi a lunghe deviazioni attorno
all’Africa.
Come è ovvio ciò va ad incrementare i costi, poiché
l’allungamento dei viaggi marittimi ha innescato un’impennata delle
tariffe di trasporto, con il Drewry’s World Container Index che ha
registrato un balzo del 187% in poco più di un mese, per poi
ritracciare un po’ nelle ultime settimane. Le rotte tra Asia ed
Europa, in particolare quelle che collegano Shanghai a Genova e
Rotterdam, sono le più colpite.
Riprendiamo da dove
avevamo lasciato la scorsa settimana. Partiamo dall’indice FTSE MIB,
il corridoio individuato precedentemente ha confermato la propria
validità al centesimo come potete osservare anche voi dal grafico
sottostante:
Appena è stata toccata la resistenza individuata dall’estremo superiore del canale l’indice ha ritracciato con la candela rossa dell’ultima seduta. Naturalmente non vi faccio le analisi a fatti già avvenuti, ma potete verificare voi stessi quanto detto nello scorso post.
Per quanto riguarda
l’indice NASDAQ avevo detto che la situazione era un po’ più
complessa e che fosse necessario attendere la conferma del minimo
decrescente sull’oscillatore stocastico. In effetti nella giornata
successiva abbiamo assistito ad un ribasso nell’indice stesso ma tra
la seduta di giovedì e quella di venerdì l’indice ha nuovamente
riacquistato forza come si evince dal grafico sottostante:
Con questo movimento
il massimo dell’oscillatore stocastico è sostanzialmente in linea
con quello precedente quindi si può affermare che il pattern
ipotizzato non si è verificato. Con altrettanta sicurezza però va
notato che la salita dell’indice NASDAQ si è interrotta proprio sui
massimi precedenti, sarà quindi estremamente importante verificare
nelle prossime sedute tali massimi verranno rotti oppure assisteremo
ad un ripiegamento.
Forza questa
analisi, presentiamo quindi il terzo dei quattro certificati che ho
individuato da mettere nel mio portafoglio per tutto il 2024: